sabato 22 gennaio 2011

Introducing Horrible Present


Qualche mese fa è arrivato nella mailbox uno strano pacco regalo, l'unica firma nel biglietto diceva Horrible Present. Che strano modo di presentarsi, pensai, un po' come suonare a casa di sconosciuti, tendere la mano ed esordire con "Ciao, sono una brutta persona". Quello che poi c'era nel regalo provai subito a raccontarlo, del mittente invece feci finta di non sapere nulla. Da lì in poi i regali sono continuati (sono tutti qui), le canzoni sono aumentate,  sono comparsi dei video e persino una timida firma.

Ora in occasione della prima data dal vivo di Horrible Present, uno showcase oggi al Glue Clothings di Ravenna, ne ho approfittato per fare qualche domanda all'autore di tali gentilezze per saperne di più sulla sua attività di musicista e benefattore. Ecco qui un breve chiacchierata con Nicola Dona', il giovanotto dietro il progetto Horrible Present.



Ormai lo sanno tutti chi sei, ma se preferisci continuo a chiamarti Horrible Present.
- Il mistero su chi ci fosse dietro era uno scherzo che avevo fatto inizialmente ad alcuni amici e mi divertiva. Dopo poco tutti se ne sono accorti.

Come e quando precisamente nasce Horrible Present? Domanda classima ma con una condizione: non puoi rispondere "avevo l'hard disk pieno di robe mie registrate su garageband un po' per noia un po' per caso".
- Horrible present nasce a meta' del 2010. Mi sono trovato con un paio di demo che suonavano molto poco "Calorifero" - per quanto con i caloriferi non abbiamo mai avuto un genere ben definito. Forse la differenza sta proprio qui. Horrible Present ruota attorno ad alcuni punti cardine. Esiste una sorta di decalogo. In ogni caso la genesi non e' stata tanto diversa da quella di altri progetti a cui ho partecipato o in cui suono ancora.

Dai primi demo con un rumoroso lo-fi, nei successivi si sentono altri suoni, alcuni molto elettronici, altri nitidamente acustici e pop. Come descriveresti la tua musica a una persona che non sia molto aggiornate sul panorama musicale attuale?
- E' ancora troppo presto per descrivere o incanalare Horrible Present. Per il momento e' una scelta di suoni. Io vorrei che fosse tutto molto elettronico, in realta' dopo le prime prove il live sembrerebbe molto noisy e pieno di loops. Insieme al videomaker Francesco Mancin (Cake By Cake) abbiamo ragionato molto sui videoclip e sui video da proiettare durante lo show. L'immagine ha un ruolo fondamentale nel progetto. Colgo l'occasione per ringraziare oltre a Francesco (che ha pure disegnato le prime venti magliette in limited edition) anche Lucio Pellacani, Paolo Di Lucente, Jasmine Bertucci per le foto e Frank De Leon-Jones per il supporto visual.



Horrible Present è una nuova creatura, pensi che si troverà bene a crescere in Italia? O hai in mente altro, forse l'hai già iscritto a una scuola privata americana?
- Mmh bocche cucite. Diciamo che essendo io da solo, Horrible Present mi sta un po' seguendo nel mio vagabondare.

Sabato c'è la tua data zero, il primo live di sempre. Horrible Present quante persone coinvolge nella scrittura, nelle registrazioni e sul palco?
- Sarebbe bello rispondere dicendo che coinvolge una piccola orchestra, delle coriste gospel, un timpanista, una pianista...
In realta' per il problema di cui sopra e per il fatto che vagabondare vuol dire anche muoversi tanto e in povertà, per il momento sono da solo. Mi piacerebbe sfruttare questo aspetto e lavorare molto con i featurings.

Cosa ci sarà di nuovo prossimamente?
- Ah boh, vediamo dopo la prima data di oggi...




                       

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