giovedì 4 marzo 2010

A Classic Education a Firenze

Ecco qui una interessante chiacchierata con James Jonathan Clancy Frongillo, meglio conosciuto al pubblico come Jonathan Clancy, e il suo compagno di band Luca Mazzieri.

Per quelli più aggiornati di voi non sarà una novità sapere che domani Venerdì 5 Marzo gli A Classic Education saranno in concerto a Firenze. La straordinarietà dell'evento sta nel fatto che sarà il primo live di sempre del sestetto pop dall'altro lato dell'Appennino Tosco-Emiliano. La band di base a Bologna, per un po' canadese, a tratti benacense (e chissà cos'altro), inaugura inoltre il primo venerdì di concerti all'Exfila Club, serata questa che si aggiunge al giovedì e al sabato per completare così il weekend di musica dal vivo del Circolo Arci fiorentino di Via Leto Casini (map).

Un primo ep in vinile autoprodotto, un sette pollici per Bailiwick, due cover, un singolo in free download su Holiday Records, suonati mille volte a La Belle Epop su Novaradio e segnalati qua e nel blog, per l'occasione non restava che presentarveli con le loro stesse parole.

Finalmente in Toscana! Scorrendo la lista delle date dal vivo ho notato che grosso modo il numero dei vostri concerti in Inghilterra e Stati Uniti pareggia il conto di quelli in Italia. Singolare, ma come mai, c'è una precisa scelta dietro?
J: Ma semplicemente vogliamo confrontarci con i posti che ci ispirano anche musicalmente, vedere città e paesi nuovi. Tanto non suoniamo per i soldi, ci rimettiamo sempre, vogliamo solo provare emozioni su un palco lontano da casa, divertirci assieme e suonare queste canzoni che sentiamo veramente dentro. Alla fine ti rendi conto che suonare lontano da casa spesso è più semplice di quanto sembri, basta adattarsi a qualsiasi situazione e un minimo di sbattimento. Però ci piace suonare anche qua, ci mancherebbe, in questo weekend la doppietta Firenze-Roma ci esalta tantissimo, siamo in fibrillazione per queste due date, non abbiamo mai suonato con A Classic Education in nessuno dei due posti.

Ci racconti in breve la storia degli A Classic Education finora, e come, i diversi componenti venendo da altre esperienze musicali, hanno deciso di suonare insieme?
J: Siamo nati un paio di anni fa, inizialmente io, Paul e Luca, poi per strada o anche dentro casa (!) abbiamo tirato su Federico, Giulia e Il Maestro (Stefano). Il progetto è nato per affinità musicali e anche per un sentir comune. Con Paul ho bene o male sempre suonato, Luca mi è stato presentato da Giulia, anzi presentato sulla carta, ci siamo studiati a distanza e poi via mail ci siamo sentiti: mi ricordo ancora l'estate sul lago di Garda, in spiaggia, ho detto a Giulia "Allora che dici? Quel tipo mi ispira, come gusti, come tutto, devo sentirlo". E per fortuna è andata bene. Paul e io siamo come fratelli, non sai quanti progetti dal noise terrorista al blues-punk abbiamo messo su. Poi beh Federico, era perfetto, al momento giusto, serviva un batterista per le prime registrazioni e la solidità di un rosso come lui. Giulia che dire, non sono la persona indicata forse per parlarne, era per me naturale, suonare assieme è il massimo. E poi l'uomo del lago, anche qua consigliato da Giulia, suo amico da anni fa, il Maestro Stefano, ineccepibile, è la ciliegina che completa la famiglia!

Ti ricordi quale tipo di musica ti ha fatto pensare che avresti voluto essere tu stesso in una band e quando invece il pop si è preso un posto importante per la prima volta nei tuoi gusti di ascoltatore?
J: Sai che non saprei dirti, mi sembra di voler essere in una band da sempre, sicuramente già a 14 anni era così! Una artista che mi ha ispirato da piccolo era Annie Lennox: a 8-9 anni io e mia sorella con una candela come microfono ballavamo in salotto i suoi pezzi mimando le canzoni. Quando ho iniziato a 15-16 anni a vedere i primi concerti di band più "piccole" ho capito che si poteva fare il salto di correre sul palco.

Cosa è cambiato nel sound dai primi concerti del 2007, mi viene in mente il primo che ho visto, quello di Ferrara Sotto Le Stelle di supporto agli Arcade Fire per esempio, agli ultimi in giro per i club di New York?
J: Mah per noi dentro molto, soprattutto nell'ultimo periodo, siamo un po' cambiati musicalmente, i pezzi sono un po' meno epici e più intimi, in punta di piedi, anche un pelo più sporchi forse.

Ci sono dei luoghi ai quali siete legati come band? Avete già immaginato dove e quando registrare un ipotetico primo album?
J: Lago di Garda e Bombanella (vicino a Modena) sono due posti importanti per noi, si è sviluppato tutto lì. Un pezzo di cuore devo dire che l'abbiamo lasciato anche in Austin e a New York le due volte che siamo andati. Poi l'ostello St Simeon a Londra, una seconda casa, i bulgari che lo gestiscono sempre siano lodati!

E' stato facile in un gruppo di sei elementi scegliere di rifare Toi di Gilbert Becaud e Spanish Harlem di Phil Spector?
J: Facilissimo, avevo in mente i due pezzi, è piaciuta a tutti l'idea di farle, poi conosciamo abbastanza bene i gusti di ognuno, ci fidiamo! Quelle due canzoni ci sembravano perfette, ci hanno anche aiutato a capire meglio cosa volevamo fare con i pezzi nuovi.

Personalmente adoro le band che rifanno cover di vecchie canzoni di epoche molto precedenti, tempi in cui il discorso di promozione della musica era ben diverso da quello attuale dominato dagli m-blog ed mp3.
Dalla tua esperienza di lettore e musicista, di questi tempi e per una band poco conosciuta, possono le cover essere una via più breve e incisiva per incuriosire il bulimico fruitore di blog musicali?

J: Mah dipende, se rifai pezzi del momento magari sì, sennò non saprei. Sicuramente un minimo può aiutare, però sì, devi scegliere artisti del momento, non di 40 anni fa (hehe...). Alla fine quello che conta è che la cover sia fatta bene, che aggiunga qualcosa di nuovo o di diverso al pezzo originale, che riesca ad emozionare.
Io stesso ho scoperto molta musica così. Ci si mette un attimo anche a rimanere imprigionati nel ruolo di quello che ha fatto la cover...

Due prime assolute a Firenze e Roma e poi via in Texas a suonare per il secondo anno consecutivo al SXSW. Per quanto possa essere stata straordinaria la prima volta al super festival di Austin, c'è qualche aspetto sul quale a questo giro volete aggiustare il tiro in base all'esperienza passata?
L: Consapevolezza. l'anno scorso era un po' ACE in Wonderland, cosi' sopra alle aspettative che tutto quello che arrivava sembrava un regalo.
Quest'anno siamo ACE al SXSW: penso sia anche frutto dei nostri sacrifici e del nostro lavoro, che un po' ce lo stiamo guadagnando. I pezzi che portiamo li sentiamo totalmente nostri.
Direi tutto ciò si sentirà nei live.
Dal punto di vista tecnico/pratico vorrei diventassimo più "agili" nel montare la strumentazione (hehe...)

Ultima classica domanda. What's next?
L: Margarita, please...

Venerdì 5 Marzo - Exfila Club dalle 22.30
A Classic Education + La Belle Epop djset

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